mercoledì 20 gennaio 2010

La voce della pancia conservatrice d'America

I repubblicani lo amano e lo temono, i democratici lo odiano e lo vogliono sugli scudi dei repubblicani: si chiama Rush Limbaugh, per gli amici Rushbo, e con il suo talk show su Premiere Radio Network si diverte da morire

da What's Up maggio 2009
Dal 1 agosto 1988 gli americani conservatori si sintonizzano su una banda di 590 frequenze AM e FM attraverso tutto il paese per seguire la voce rauca del profeta dell'ortodossia dei vecchi valori che si diffonde dal suo microfono dorato. Rushbo ottiene in due anni cinque milioni di ascoltatori e oggi sono addirittura venti milioni ad ascoltarlo nel suo show radiofonico. Dopo un esordio come dee jay negli anni settanta, Rushbo si dà alla politica più conservatrice e di destra possibile urlando e arrabbiandosi per vent'anni contro tutto ciò che non è ultra conservatore. Femministe, neri, omosessuali e democratici, questo uomo di mezza età, grasso e ricco (guadagna 40 milioni di dollari l'anno), ha spesso criticato perfino i suoi amici di destra ed è la voce della pancia del popolo repubblicano. Il suo stile ritmato e provocatore ha generato una quantità tale di epiteti e nomignoli, battute e insulti, che elencarli tutti diventa complicato. Basti pensare che, essendo ovviamente contrario alla parità tra uomo e donna, si limita a definire il gentil sesso come “bambole” e le femministe come “feminazi”, oppure ai più recenti attacchi al presidente Obama: in campagna elettorale ritmò sulle note di una vecchia canzone di Paul Shanklin la parodia “Barack the Magic Negro” e all'ultimo congresso repubblicano ha dichiarato di augurarsi che Obama fallisca. D'altronde un uomo tenacemente anti-socialista come poteva considerare la politica presidenziale di aiuti all'economia? All'attacco, dunque, di qualsiasi intervento dello stato e, senza troppe reticenze, del fatto che alla Casa Bianca un nero stona. Circa il 30% del popolo del Grand Old Party ha le stesse idee di Rushbo, un numero insufficiente per determinare il voto, ma abbastanza elevato per mettere nei guai i repubblicani stessi. La consacrazione a leader del partito di Limbaugh, infatti, è giunta da Rahm Emanuel, Capo di gabinetto del Presidente Obama. In questo momento il GOP si trova in una situazione complessa o, come l'ha definita Rushbo: “triste e imbarazzante”. Il nuovo presidente del partito, l'afroamericano Michael Steele, non pare essere in grado di traghettare i repubblicani fino alle prossime elezioni e i suoi tentativi di moderare la spinta a destra sembrano infrangersi proprio contro la popolare pancia del commentatore radiofonico, che poi è anche quella della partito. I democratici, ovviamente, non si sono fatti sfuggire l'occasione di glorificare Limbaugh come icona del conservatorismo. Un uomo non laureato, nato nel Missouri (al centro del Midwest e della Bible Belt, luoghi in cui l'unica cosa sacra quanto Dio è il fucile), misogino, razzista e arricchitosi urlando in un microfono dorato, è quanto di meglio potessero sperare in quel dello Studio Ovale per dare il colpo di grazia ai repubblicani e, anzi, sarebbero ancora più contenti se Limbaugh si mettesse in gioco politicamente. Il fatto interessante è che Rushbo non ci pensa nemmeno a uscire dal suo studio radiofonico dove rimane, contento e divertito di tutto questo parlare di lui: contento perché così potrà giustificare uno stipendio decisamente eccessivo per un commentatore radiofonico e divertito perché, senza farsi troppo pregare, potrà continuare ad urlare, insultare e arrabbiarsi contro chiunque. I poveri repubblicani, intanto, saranno gradevolmente allietati dalla voce tonante di Rushbo, ma se sarà solo quella che ascolteranno probabilmente non vedranno per parecchio tempo uno di loro seduto sulla poltrona più potente del paese.

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