giovedì 8 gennaio 2009

Tra statue e champagne

La dolce vita di un premier asiatico

«Andate tutti in vacanza in Kazakhstan: lì c'è un signore che è mio amico, non a caso ha il 91% dei voti e ha fatto cose straordinarie». Così il nostro premier Silvio Berlusconi, di passaggio ad Astana, ha commentato lo stato del paese governato da Nursultan Nazarbajev. Ex Primo Segretario del Partito Comunista kazako, Nazarbajev è alla guida del Kazakhstan dal 1991, due anni dopo l’indipendenza del suo Paese dall’Unione Sovietica. Il suo mandato viene prolungato da un referendum nel 1995 ed è rieletto democraticamente, anche se con molti dubbi da parte dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), nel 1999 e nel 2005. Poco dopo la sua prima elezione Nazarbajev, volendo seguire le orme del suo modello politico Ataturk, spostò la capitale del Kazakhstan da Almaty a Aqmola, poi ribattezzata Astana, che in kazako significa per l’appunto “Capitale”, ed investì nella città ingenti somme di denaro per costruire infrastrutture, monumenti ed autocelebranti palazzi del potere, in quella che, fino a una decina di anni fa era solo una piccola città sperduta in mezzo alla steppa e che ora si manifesta come una scintillante metropoli. Che Berlusconi trovi affinità tra lui e Nazarbajev è dovuto, probabilmente, al fatto che entrambi hanno una visione molto personalistica del potere, anche se in Kazakhstan esplicitarla è forse più semplice che in Italia. Il presidente kazako, infatti, oltre ad aver elevato la sua persona la figura cardine della vita politica, tanto da erigere numerose statue di sé stesso ed aver reso reato le critiche al suo operato da parte dei giornali (preoccupazione peraltro inutile, visto che la stampa è in mano a sua figlia), ha provveduto alla privatizzazione di quasi tutte le aziende statali (comunicazione, industria, energia), affidandole ad una stretta cerchia di oligarchi, spesso aventi legami familiari con i Nazarbajev.



Se Borat, l’irriverente giornalista kazako, descrivendo il suo paese come un posto di pecorari e ignoranti dediti a particolari pratiche sessuali, ha fatto più pubblicità al Kazakhstan di chiunque altro, Nursultan Nazarbajev ha scelto un’altra via. Come Ataturk, che voleva la grandezza di una Turchia laica, anche il premier kazako non perde occasione per dar sfoggio della ricchezza del suo Paese, grande produttore di ferro, carbone, metano e con una produzione di oltre 200mila barili di petrolio al giorno. In questi momenti di profonda crisi economica, nell’enorme Stato asiatico si registra un aumento del 1330 per cento sull’importazione di Champagne e si pensa ad un accordo tra Mastercard e la seconda banca del Paese per rilasciare una carta di credito bordata d’oro e con un diamante incastonato sopra la scadenza, che avrà un tetto di spesa di 50 mila dollari. Così, per gli acquisti dei saldi. In più pare che Nazarbajev abbia acquistato, per la modica cifra di 60 milioni di euro, Toprak Mansion, una villetta londinese situata in Bishop’s Avenue, la “via dei miliardari” e considerate tra le dieci abitazioni più costose al mondo. «Ho visto un'enorme diga a forma di fiore, bastava premere un tasto per illuminare tutta una città. Ho pensato di fare la stessa cosa in Sardegna». Insomma, se Berlusconi ha deciso di prendere spunto dal suo amico Nursultan Nazarbajev, un po’ per invidia forse, deve comunque ricordarsi che noi vantiamo, alla faccia sua, un grande cantautore del quale pare essere fan il presidente kazako: Toto Cotugno.

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